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scopone scientifico

Scopone è un gioco di presa, che si fa con un mazzo di 40 carte italiane per due coppie di giocatori. Servono attenzione alle carte uscite, tempestività nel gioco e l'abilità di intuire le carte altrui, soprattutto del compagno. Le carte valgono in ordine decrescente a partire dal Re. Ogni giocatore deve cercare di prendere il maggior numero possibile di carte utili per fare punti. Ciascun giocatore è cartaio a turno: il giocatore cartaio distribuisce tre carte coperte a ciascuno degli altri in senso antiorario, iniziando dal giocatore alla sua destra. Poi ne scopre quattro sul tavolo. Se fra queste quattro carte ci sono tre o quattro Re, il cartaio deve riprendere tutte le carte e distribuire di nuovo. Ogni giocatore a turno può prendere una o più carte dal tavolo o calare una carta. Le prese si fanno prendendo una carta dal tavolo con una di eguale valore oppure prendendo più carte dal tavolo con una carta che ne assomma i valori. Se sul tavolo ci sono più carte è obbligatorio prendere la carta di valore pari e non le altre di cui si sommano i valori. Ogni coppia accumula le carte prese coperte davanti a uno dei giocatori: in qualsiasi momento ogni giocatore della coppia può guardarle, ma non può guardare quelle dell'altra coppia. I giocatori devono cercare di ottenere più punti possibile prendendo le carte utili a realizzare i punti previsti dalle combinazioni: Scopa, Carte, Denari, Settebello e Primiera. Vince chi raggiunge per primo gli 11 punti. A Scopone lo 'spariglio' è una presa di più carte fatta con una sola carta: ad esempio un Dieci prende un Sette e un Tre. Il cartaio e il suo compagno devono ricordare lo spariglio e cercare di 'apparigliare' le prese: se ci riescono, l'ultima mano finirà per forza per essere loro. Molti chiamano Scopone Scientifico lo scopone in cui il cartaio dà 10 carte a testa senza mettere carte scoperte sul tavolo: la diversità c'è, dato che in questo caso la scelta di ogni giocatore è fra un numero di carte considerevole. Si richiede una capacità di previsione e di impostazione del gioco che nello Scopone normale non c'è: rimane la difficoltà di uscita per il primo giocatore di mano, che è davvero considerevole. 

COME E’ NATO LO SCOPONE E IL SUO PUNTO DI PRIMIERA
Lo Scopone, gioco antichissimo di cui nessuno conosce la data e il luogo di nascita, per quello che è dato conoscere viene considerato di provenienza italiana e di ciò una prova certa è data dal fatto che già nel 1750 era praticato in tutto il territorio italiano. 
Lo Scopone è giocato anche in Svizzera e ha la sede generale degli associati nel Canton Ticino, a noi confinante, dove tra l’altro è maggiormente praticato.
Nato come gioco d’azzardo, non disponeva di regole e perciò da definirsi empirico, cioè basato solo sull’esperienza e l’astuzia e, se due giocatori stabilivano tra loro di formare sempre coppia fissa, veniva praticato con stratagemmi personalizzati e concordati prima dai due soci, visto che la posta in denaro fa piacere a tutti. 
Il traguardo da raggiungere per vincere la partita era di 11 punti, appena raggiunti i quali, la coppia poteva dichiararsi vincitrice in ogni momento della smazzata. Se gli avversari perdenti raggiungevano i 5 punti pagavano la posta semplice cioè una sola volta, se invece non arrivavano a 5, la posta da pagare era doppia. Se per caso prendevano cappotto e quindi rimanevano a zero punti, pagavano triplo e perciò si chiamava Scopone di tre gradi. 
La Primiera, gioco anch’esso d’azzardo, nato molto prima e quindi più vecchio dello Scopone, venne incorporato dallo Scopone stesso per realizzare un punto di mazzo, chiamato punto di primiera. 
Lo Scopone nel tempo ha subìto variazioni in molte zone del nostro paese, perdendo i tre gradi, cioè la posta doppia e tripla: guadagnava la partita semplice chi arrivava per primo agli 11, 16 oppure 21 punti, traguardo di punteggio stipulato all’inizio e di comune accordo. 
Questo avveniva senza regole fisse e perciò era un gioco empirico e coloro i quali volevano ottenere un’intesa di coppia, utilizzavano espedienti immorali, per nulla sportivi e leali.
Solo nel 1750 con le 44 regole di Chitarrella cominciò l’era moderna e questo gioco perse l’aggettivo empirico per quello di scientifico, proprio per l’introduzione di una vera e specifica teoria, atta a disciplinarlo. 
Il passaggio all’era moderna è stato arduo e difficoltoso per il fatto che all’epoca gli italiani si esprimevano solo nel dialetto della propria regione; inoltre le regole inizialmente erano scritte in lingua latina che solo le persone colte riuscivano a capire e potevano beneficiarne. 
Furono trascritte in dialetto napoletano dal libraio Luigi Chiarussi solo nel 1866 e, ancora molto dopo, in lingua italiana ed è per questo che per tanti giocatori con poca istruzione o addirittura analfabeti, i cui spostamenti dal paese natìo avvenivano tra l’altro assai di rado, l’era moderna è cominciata in effetti due secoli dopo. 
Ci sono comunque autori di libri o manuali specifici che l'era moderna la fanno partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale non si sa per quale evento allora accaduto, visto che ancora affermano con caparbietà che per essi lo Scopone è un gioco empirico, basato cioè solo sull’esperienza. 
Trascurano completamente il passaggio evolutivo che ha subìto lo Scopone con l’avvento delle regole di Chitarrella, le sole che possano arrogarsi il diritto di porsi a fondamento dell’innovazione moderna del gioco: per questi e per quelli che la pensano nello stesso modo a mio avviso per i suddetti l'era moderna non e' mai iniziata.
Ho dovuto sostenere anche con persone colte e frequentatrici dello Scopone delle dispute riguardo agli aggettivi classico e scientifico che ho, a loro avviso erroneamente, attribuito a questo gioco. 
E’ d’obbligo quindi precisare che ho voluto espressamente e consapevolmente utilizzare nel titolo del mio manuale questi due aggettivi, associati allo Scopone già dal Chitarrella con la regola n°26, proprio per la specifica intenzione di attribuirli esclusivamente allo Scopone di nove carte in mano e quattro in tavola, che si regge sulle regole del teorico napoletano, distanziandolo nettamente dal tipo a dieci carte che io definisco "empirico" e quindi assolutamente "non scientifico".
Anche i dizionari erroneamente attribuiscono allo Scopone a dieci carte l’appellativo "scientifico": evidentemente la consulenza, di cui si sono avvalsi i loro autori, ha preso un grosso abbaglio. 
Basta infatti leggere attentamente il sostantivo da cui "scientifico" deriva, ossia "scienza": è il risultato delle operazioni del pensiero, specialmente in quanto oggetto di codificazione (creazione, redazione e ordinamento delle leggi generali) sul piano teorico e di applicazione su quello pratico. 
Lo Scopone, che trattiamo in questo manuale, si regge proprio su queste due basi fondamentali: quella cioè costituita dalle regole teoriche, per stabilire un ottimo rapporto di coppia, e quella pratica, ma non meno importante, della lunga esperienza di gioco, unita però alle necessarie qualità di buona memoria e intuito speculativo.
A prima vista l’accoppiamento di questi due termini appare inaccettabile. 
- tratto da http://www.village.it/scopone/nato.html -