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Impariamo un gioco nuovo

 TANGRAM

Il gioco cinese noto come Tangram, è un quadrato diviso in sette forme geometriche che sono gli elementi base (tan). Cinque di essi sono triangoli rettangoli isosceli (due grandi, uno medio e due piccoli), uno è un quadrato e l'ultimo è un parallelogramma. A partire da questi elementi è possibile costruire una serie di figure.
Le origini del tangram sono piuttosto oscure, si pensa sia stato inventato in Cina (con lo strano nome "Tch'iao pan", lo si fa risalire al 740-730 a.C.) e di lì si sia diffuso in tutto l’Occidente.
I cinesi chiamavano il Tangram "la tavoletta della saggezza" o "la tavoletta delle sette astuzie". I due nomi sono appropriati perché una certa astuzia e riflessione sono certamente necessari.
La "Tavoletta della verità", come venne anche chiamato questo gioco, in Cina divenne persino oggetto di culto e anche Napoleone Bonaparte divenne un appassionato giocatore di Tangram durante il suo esilio nell'isoletta di Sant'Elena.
Il Tangram, insomma, è un gioco senza tempo, infatti, nel corso dei secoli, sono state inventate migliaia e migliaia di figure differenti.

Come si gioca?

Il gioco cinese noto come Tangram, è un quadrato diviso in sette forme geometriche che sono gli elementi base (tan). Cinque di essi sono triangoli rettangoli isosceli (due grandi, uno medio e due piccoli), uno è un quadrato e l'ultimo è un parallelogramma. 

 

 

A partire da questi elementi è possibile costruire una serie di figure.
Le origini del tangram sono piuttosto oscure, si pensa sia stato inventato in Cina (con lo strano nome "Tch'iao pan", lo si fa risalire al 740-730 a.C.) e di lì si sia diffuso in tutto l’Occidente.
I cinesi chiamavano il Tangram "la tavoletta della saggezza" o "la tavoletta delle sette astuzie". I due nomi sono appropriati perché una certa astuzia e riflessione sono certamente necessari.
La "Tavoletta della verità", come venne anche chiamato questo gioco, in Cina divenne persino oggetto di culto e anche Napoleone Bonaparte divenne un appassionato giocatore di Tangram durante il suo esilio nell'isoletta di Sant'Elena.
Il Tangram, insomma, è un gioco senza tempo, infatti, nel corso dei secoli, sono state inventate migliaia e migliaia di figure differenti.
Le regole tradizionali del gioco sono semplici: si tratta di disporre sul piano, evitando sovrapposizioni, tutti i sette tan in modo da formare figure che riproducano, rispettando le proporzioni, quelle riportate in formato ridotto sui libretti che accompagnano il gioco.

 


Giocare con il tangram può sembrare facile, troppo facile, soprattutto quando lo si vede già assemblato sotto forma di quadrato: normalmente però un principiante trova già difficoltà a comporre il quadrato, una volta tolti i pezzi dalla scatola.
Il tangram però non è un rompicapo come tanti altri. In effetti dopo averci giocato un po', si comincia ad apprezzare la sottile eleganza con cui è stato diviso il quadrato.
Questo modo di ottenere i vari tan comporta che tra i lati e gli angoli dei tan vi sono molti legami. Per questo motivo nel gioco del tangram, così come per l'origami, accade che, malgrado la semplicità del materiale impiegato, si possono realizzare sia figure geometriche – come il quadrato – in cui si annullano le caratteristiche dei vari tan, sia figure di ogni tipo in cui invece le caratteristiche di ciascun tan vengono messe in risalto. Alcune figure sono così espressive da sembrare vive e articolate.
È anche possibile rappresentare lo stesso soggetto in posizioni differenti e quindi il tangram si può utilizzare anche per illustrare storie e per realizzare cartoni animati.
Una caratteristica notevole di molte figure tangram è quella di suggerire all'immaginazione molto più di quanto effettivamente rappresentano: di fatto si tratta di illusioni ottiche; le figure tangram nella loro essenzialità ed efficacia offrono una ricchezza percettiva simile a quella della pittura zen che si basa sull'idea che "la tavolozza della mente è più ricca di quella del pennello".
Le figure tangram ricordano nella loro espressività le silhouettes o i giochi d'ombra con le mani.
Il tangram offre così notevoli spunti allo studio della percezione visiva e può essere impiegato come base di test psicologici.
Infatti questo “gioco” consente di avviare, attraverso una esperienza concreta, all'intuizione dei concetti di conservazione di area, di confronti di aree, di isometria, di conservazione e riconoscimento delle superfici.
Qualsiasi figura realizzata con il tangram deve essere costituita impiegando tutti i sette pezzi. Le tessere potranno essere spostate per ottenere figure con forme diverse, ma equiestese.
Il compito del tutor sarà quello di sollecitare a riconoscere, ed evidenziare l'equivalenza delle figure, confrontando le diverse forme ottenute in precedenza.
Nella sezione download trovate  tangram_1.zip 13kbytes e PentoPuzzle.zip 24kbytes contenenti programmi immediatamente giocabili.

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